Sembrerebbe di sì, e anche molto. Almeno nel Regno Unito, dove alcune settimane orsono il Governo ha messo mano ad un nuovo disegno di legge per evitare che Paesi esteri, attraverso i fondi di investimento, possano acquisire la proprietà di gruppi editoriali. Il “casus belli”, ovvero la vicenda che ha dato – molto probabilmente – l’avvio all’iniziativa, è la messa in vendita dello storico quotidiano nazionale Daily Telegraph. Da mesi si sono alternate voci di gruppi privati, anche stranieri, interessati all’acquisto del “vecchio” giornale stampato, con 168 anni di vita sulle spalle. Ma quando fra i possibili acquirenti sono spuntati, fra gli altri, i fondi di RedBird IMI, la cui maggioranza fa capo ad Abu Dhabi, il Governo, e parte dell’opinione pubblica, hanno drizzato le antenne. L’informazione, soprattutto quando veicolata da un marchio di carta stampata sinonimo, come altri nel Paese, di autorevolezza e qualità, non può, almeno nelle valutazioni del Governo britannico, finire in mani statali straniere. Non è dato sapere, al momento, se, e come, si concluderà l’iter legislativo, salvo una certezza, acquisita in via definitiva. Con buona pace delle filiere digitali, l’informazione a mezzo stampa esercita ancora un ruolo molto importante all’interno di una società. La carta ha un grande peso nella formazione dell’opinione pubblica, locale e nazionale. Forse assai maggiore di quello che di solito si immagina.

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