E se la prossima generazione cominciasse ad essere satura di contenuti digitali, e cercasse qualcosa di meno effimero e più “concreto” per lo scambio di informazioni? Il dubbio, più che fondato, arriva dall’osservazione che nell’ambito scolastico americano il successo del “giornale di istituto” stampato su carta non conosce crisi. L’ultima storia, in ordine di tempo, arriva dalla Manhattan’s High School for Mathematics, Science, and Engineering, dove due studenti, nel 2022, hanno deciso di dare vita a The Echo, il giornale dedicato alla comunità scolastica. Da allora ad oggi la testata è passata da sette a quarantacinque addetti, ed il segreto del successo sembra essere proprio la stampa su carta. “Nessuno si fa prendere dall’entusiasmo per un sito web” ha commentato uno dei due studenti che hanno avviato l’iniziativa, di recente intervistato dalla Columbia Journalism Review. Secondo i dati del Centro per il giornalismo scolastico della Kent University, il 70% dei media per le comunità educative, fino al 2020, aveva un’edizione stampata. Paradossalmente, almeno stando all’esperienza di una società del New Jersey, che dal 1926 è specializzata nella stampa delle testate per le high school americane – la School Publication Company – a dare una mano alla buona salute del settore è stata la pandemia. Molte scuole, costrette dalle circostanze ad andare solo sui canali digitali, “stanno verificando che nessuno li legge”. Dopo il 2020, anno che ha azzerato le testate stampate, oggi il giornale su carta ha superato il livello pre-pandemico, e gli editori scolastici puntano verso prodotti di qualità con ampio uso del colore. Anche Community Impact Printing, di Austin, Texas, ha avuto la stessa esperienza. “La maggior parte del nostro settore è così determinata a distruggere i propri prodotti di stampa“, ha raccontato – sempre a Columbia Journalism Review – il titolare del centro stampa, “ma le testate di comunità sono andate nella direzione opposta”. Il che equivale a dire che, forse, le nuove generazioni non sono poi così avverse all’utilizzo del canale di informazione stampato, come invece sostengono molti luoghi comuni che circondano l’industria dei media.

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