L’epoca del coronavirus non passerà alla storia solo per i lutti e tragedie, ma anche per le iniziative straordinarie dove cittadini, istituzioni e media locali si sono uniti con l’obiettivo di contrastare l’epidemia proprio là dove ha colpito più forte. E fra queste, un posto del tutto particolare spetta ad aiutiAMObrescia, l’iniziativa di raccolta fondi a favore della sanità bresciana lanciata dal quotidiano Giornale di Brescia e dalla Fondazione della Comunità Bresciana lo scorso 9 marzo. L’obiettivo iniziale era quello di raccogliere i fondi necessari – stimati in circa 50.000 euro cadauno– per acquistare i ventilatori BPap per sopperire al sovraffollamento dei reparti di terapia intensiva degli Spedali Civili e della Poliambulanza di Brescia. La credibilità ed il radicamento sul territorio dei promotori, quotidiano locale e Fondazione, e la generosità dei bresciani, hanno cambiato radicalmente le prospettive della raccolta. Il primo giorno sono arrivati 600.000 euro, cresciuti in dieci giorni ad 11.000.000, per arrivare, ai primi di maggio, a quota 16.500.000 euro, grazie ad oltre 57.000 donazioni. Un risultato per certi versi inaspettato, ma segno della grande generosità del territorio e del legame dei bresciani con il “loro” quotidiano. Il Giornale di Brescia ha provveduto, giorno dopo giorno, a fornire dettagliatamente il resoconto dei versamenti e, successivamente, a documentare puntualmente, ed in dettaglio, con pubblicazioni progressive, l’impiego dei fondi, secondo lo spirito della sottoscrizione di “spendere in fretta, spendere bene con la massima trasparenza”, oltre che a resocontare ogni singola consegna dei materiali alle centinaia di realtà del territorio alle quali erano destinati. Il Comitato Operativo, guidato al Presidente dell’Editoriale Bresciana Pierpaolo Camadini e dal Presidente della Fondazione della Comunità Bresciana Alberta Marniga, e coordinato dall’ing. Enrico Zampedri, ha avviato, nei primi 30 giorni, una decina di linee di intervento. Prima di tutto le urgenze sanitarie: oltre ai ventilatori, sono stati acquistati 1.400 caschi e maschere Cpap e 2.000 saturimetri, oltre a due ambulanze e a macchinari specializzati (ecografi, letti speciali per le terapie intensive, e molto altro). Sono stati finanziati oltre sessanta posti letto aggiuntivi di terapia intensiva negli ospedali della città e della provincia, e creati 150 posti letto in quattro strutture sanitarie riabilitative, dedicati ai pazienti dimessi. Linee di intervento sono state attivate anche per il terzo settore, operante nel sociale, a favore dei volontari, con un bando da 1,3 milioni di euro, e per sostenere il personale sanitario neoassunto, destinato ai reparti di prima linea, per il contrasto del Covid. È stata attivata sul territorio un’attività di monitoraggio domiciliare per i malati dimessi, e sono stati erogati 700mila euro alle associazioni di trasporto sanitario (118) della città e della provincia (oltre 60). La solidarietà ha attivato anche aziende che operano sul territorio, con donazioni in natura, come monoporzioni di formaggio Grana Padano della ditta Ambrosi per i medici impegnati in prima linea, forniture di materiale disinfettante, e scatoloni per effettuare tutte le consegne dei materiali. La Galbusera e la Lindt hanno donato alla raccolta 10mila colombe e 10mila uova pasquali, che sono state donate al personale di tutte le strutture ospedaliere ed assistenziali in occasione della S. Pasqua. Più di 1.500.000 di mascherine chirurgiche e decine di migliaia di mascherine FFP2 e FFP3, oltre a camici, tute protettive e visiere, sono stati acquistati e distribuiti a strutture ospedaliere, medici di base e pediatri, volontari, case di riposo, strutture protette e per disabili, sindaci e operatori delle forze di sicurezza sul territorio (polizia, carabinieri, GdF, questura, guardia carceraria). Grazie all’impressionante risultato della raccolta fondi, da lunedì 4 maggio è iniziata la “fase 2” degli interventi, che consiste sostanzialmente in due linee: 2 milioni destinati ai progetti post Covid, riguardanti gli ospedali, e la continuità nella fornitura dei dispositivi di protezione individuale – centinaia di migliaia – alle realtà socioassistenziali del territorio. Alla data del 6 maggio, è già stato investito il 96% dei 16,5 milioni di euro raccolti.

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