Non è un mistero che le nuove società editrici, soprattutto quelle no-profit, di servizio alle comunità locali, guardino – pressoché esclusivamente – ai canali digitali, come opportunità per avviare l’attività. Ma non tutti la pensano così. Tre società editrici americane nate da poco, Harpswell Anchor del Maine, The Concorde Bridge e Brookline.News in Massachusetts, la pensano diversamente, e lo hanno raccontato in occasione di un panel di discussione che si è svolto di recente a Meredith, nel New Hampshire, durante la conferenza della NorthEast Association of Communication Executives. Tutte e tre le società sono start up del mondo no-profit. Le prime due hanno iniziato – da subito – ad offrire un prodotto di informazione stampato, la terza ci sta pensando. Le ragioni? Per l’Anchor, una ricerca che ha mostrato come il 95% della comunità servita volesse avere un prodotto da tenere fra le mani. Per The Concord Bridge, la scelta di andare in stampa è stata per proporre ai lettori una testata “che potesse stare sulla tavola di cucina”. “È bello pensare” – ha detto fra l’altro Virginia McIntyre, componente del Consiglio di Amministrazione – “di avere qualcosa che il nucleo familiare possa percepire nel suo insieme. Anche ai nostri inserzionisti pubblicitari piace l’idea che il loro annuncio vada in ogni casa.” Detto e fatto, la testata stampata del Concord Bridge è oggi spedita gratuitamente in 8.700 abitazioni. Dopo essere partito come testata online poche settimane fa, Brookline-News ha già in mente di avviare una testata stampata. Sono la fisicità del prodotto, la penetrazione capillare della testata sul territorio ed il senso di comunità che veicola la stampa le ragioni – vincenti – di una scelta editoriale, che funziona benissimo anche per le nuove start up del settore no-profit.
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