Come età editoriale siamo un po’ più anziani, ma diciamo che ce li portiamo comunque molto bene”. Sorride Roberto Savaré, Direttore generale dell’editoriale laudense, che sabato 3 febbraio ha ospitato un evento per riflettere, e raccontare il passato, il presente ed il – probabile – futuro del giornale locale e dell’informazione territoriale. Nata nel 1890 come settimanale dei cattolici lodigiani, e passata a bisettimanale nel 1980, con un numero del lunedì dedicato allo sport, il 26 gennaio del 1989 la testata arriva in edicola come quotidiano. Una storia raccontata con immagini, testimonianze dei protagonisti, ed articoli di approfondimento da “Il Cittadino 35, uno di casa”, numero speciale di 64 pagine distribuito in occasione dell’evento e in omaggio a tutti i lettori con l’edizione di sabato 3 febbraio. Una storia che interroga protagonisti e lettori con due domande cruciali: l’informazione locale ha ancora un senso? Ha un futuro? Certamente si, risponde Lorenzo Rinaldi, direttore responsabile del Cittadino. «L’obiettivo a cui tendere è quello di far diventare sempre più Il Cittadino un vero giornale di comunità, rafforzando il legame con i territori e i lettori». Per il mercato italiano vale anche ricordare, come ha fatto il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, che “il 90% per cento delle informazioni ogni giorno disponibili partono dai territori”. Nella notte fra il 20 e il 21 febbraio 2020, dalla rotativa del CSQ di Erbusco (Bs), partner industriale dell’editore lodigiano, usciva l’edizione che lanciava in prima pagina il titolo “Scatta il protocollo Coronavirus per un 37enne in rianimazione». Il Cittadino sarà il primo giornale al mondo a parlarne. Un’occasione “nella quale si è dimostrato cos’è il giornalismo locale, con i giornalisti del Cittadino che hanno raccontato quello che vedevano con i propri occhi” ha sottolineato il senatore Alberto Barachini, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega a Informazione ed Editoria. Nella stampa locale «l’informazione ha un volto, è riconoscibile, e questo è un valore che non è sostituibile da nessuna tecnologia. È importante che il Dipartimento per l’Editoria sostenga queste realtà, affinché restino sul mercato.» Un passato glorioso, un presente all’insegna del radicamento sul territorio, ma il futuro? “Penso al quotidiano locale come a un vero ecosistema comunicativo” – spiega Lorenzo Rinaldi – “che metta al centro la notizia, da diffondere su più piattaforme, arrivando a un pubblico eterogeneo, e guardando anche ai giovani.” Se è vero, come ha ricordato Ferruccio De Bortoli, già direttore ed oggi editorialista del Corriere della Sera, che “Il giornalismo di prossimità, è una carta d’identità, se non l’anima stessa, di quel territorio”, questa identità passerà sempre più attraverso un efficiente rapporto con la tecnologia. Competenze “che non ci hanno mai messo in soggezione” ricorda Roberto Savarè. L’editore lodigiano è stato il primo al mondo a adottare, vent’anni fa, un sistema editoriale informatico di nuova concezione, Méthode della società Eidosmedia Spa di Milano, che è stato poi scelto ed utilizzato da gruppi editoriali e testate internazionali come il Wall Street Journal, il Washington Post, il Financial Times, il Times, The Sun, Le Figaro e Le Monde. Per l’area industriale l’editore ha come partner il CSQ di Erbusco (Bs), uno dei più avanzati stabilimenti d’Europa. “Il CSQ” – sottolinea Savarè – “ci garantisce non solo di arrivare ogni giorno in edicola puntuali e con una qualità ineccepibile, ma ci segue nello sviluppo di tutte le iniziative editoriali che arricchiscono i canali stampati, fra le quali lo speciale dedicato all’anniversario dei trentacinque anni di vita”. Quale che sia la crescita della stampa e dei canali digitali nei prossimi anni, i lettori troveranno comunque contenuti incardinati nell’etica della stampa cattolica, alveo nel quale si muove la testata fin dalla fondazione. Informare il territorio, e perseguire il bene comune “non significa essere perfetti” come ha chiarito Giuseppe Migliorini, presidente di Editoriale Laudense – “ma fare con onestà, coscienza e competenza il proprio lavoro, come fa ogni giornalista de Il Cittadino”. Sviluppare l’informazione territoriale, come ha auspicato il Vescovo di Lodi, Maurizio Malvestiti, “è un contributo nella costruzione di una comunità in cui la gente lodigiana si riconosca, perché la coesione sociale non sia solo di facciata, perché il giornale non sia solo un punto di riferimento, per quanto significativo, ma sia di casa».

Recent Posts