La concentrazione di molte testate periodiche in un unico centro stampa è utile a tutti: editori, lettori, inserzionisti pubblicitari e, naturalmente, fa bene agli stampatori. Nel Regno Unito, dopo aver valutato attentamente le condizioni del mercato, gli editori di alcune delle maggiori testate periodiche – come News UK di Rupert Murdoch ed il gigante tedesco Bauer – hanno deciso di concentrare le attività all’interno del gruppo Walstead. Con cinque siti produttivi in tutto il Regno Unito, Walsted, dopo la chiusura del concorrente Prinovis di Liverpool, di proprietà del gruppo Bertelsmann, si ritrova a stampare nove dei primi dieci periodici inglesi, dal numero uno per diffusione, TV Choice, all’Economist, passando per Good Housekeeping, Private Eye, BBC Gardeners’ World e Woman & Home. Walsted, fondato nel 2008, ha siti produttivi anche in altri Paesi europei, impiega più di 3.000 addetti, 800 dei quali nel solo Regno Unito, e stampa 750.000 tonnellate di carta all’anno, comprese quelle utilizzate per i volantoni dei supermercati come Lidl e Aldi. Per i clienti i vantaggi di un centro stampa unificato sono diventati più significativi dopo la Brexit. Se anche possa costare meno stampare in altri Paesi europei, occorre però fare i conti con i trasporti degli stampati oltre Manica, al netto delle complicazioni burocratiche. Senza contare la logistica distributiva: se i clienti chiedono di inserire nei prodotti principali pagine di pubblicità o altri materiali all’ultimo momento, lo stabilimento in loco offre maggiori garanzie di efficienza e tempestività, come ben sanno anche gli editori continentali quando decidono di affidare ad un centro stampa consortile le proprie testate, periodiche e quotidiane.
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